11 giugno 2013

Sonisphere Italy - Milano 08.06.2013

Una altro Sonisphere dopo quello di Imola di qualche anno fa. Gli headliner sono sempre gli stessi: Iron Maiden! La location è una delle peggiori d'Italia: il parcheggio in puro cemento della Fiera di Rho. Questa volta, vista una grande dritta del Becciu, risparmiamo i modici 15 euro di parcheggio, ci finiamo in piena zona industriale e raggiungiamo l'arena (se così vogliamo chiamarla) a piedi. Sono quasi le 14 e il primo gruppo in scaletta, gli Amphitrium, ha appena smesso di suonare. Poco male, non era affatto nel mio interesse starli a sentire. Il festival però è sempre quello, così pure gli stand. Nelle prime ore anche il caldo cocente è sempre il solito. Un giro molto veloce per tutto il perimetro non mostra nulla di importante... nel frattempo sul palco sono saliti gli Zico Chain; da lontano giunge qualche nota della loro esibizione, non sembrano affatto male. Peccato che il nostro interesse non sia ancora stato acceso, per cui non li degniamo di una particolare attenzione. Bene, è arrivato il momento! Entriamo nel pit, o se volete chiamarlo Golden Circle fa lo stesso, e dopo una piccola sosta nella bellissima (....) zona privata dedicata ai possessori del magico braccialetto giallo, prendiamo posto per vedere il primo gruppo degno di nota: i Voodoo Six!

Conosco già la band in questione ed il suo buon rock'n'roll. Mi aspettavo una buona performance è così è stato. I V6 ci mettono impegno, si fanno apprezzare dal pubblico e regalano agli spettatori 40 minuti di energia. Nonostante non abbiano grandi testi e hits famose, possiamo definirli come l'unica sorpresa di questo festival. Penso che dopo questo piccolo show il pubblico italiano potrebbe iniziare a prenderli sul  serio. La band lascia il palco accompagnata da un caloroso saluto della folla, che per un breve momento inneggia il loro nome. Fin qui tutto ok! Pausa, riprendiamo tra mezz'ora con i Ghost.

Sotto un sole cocente, destinato fra qualche ora a sparire in mezzo a delle poche minacciose nubi, salgono sul palco, accompagnati dall'intro "Masked Ball" del film Eyes Wide Shut, i Ghouls, ovvero i membri della band chiamata Ghost! Saio nero, cappuccio nero e maschera nera a punta (poveracci! Che caldo!) ... chitarre color crema! Un muro di tastiere parte prepotente con qualche riff minaccioso ed ecco apparire sul palco il loro leader: Papa Emeritus I! Ora, se non avessi ascoltato la loro discografia (due soli cd) in precedenza e averla apprezzata, sarei rimasto molto scettico davanti a tanta teatralità. Questi furbacci, visto l'ormai successo planetario di band come gli Slipknot, devono aver capito che far parlare di se a volte è molto più importante della musica stessa. Tuttavia le loro canzoni, nonostante dopo un lungo ascolto inizino a prendere male, sono orecchiabili e presentano degli spunti davvero interessanti. Le tastiere a mò di organo esaltano musiche gotiche, così la voce di Emeritus (a proposito, complimenti per il costume!). Il Papa nero ringrazia diverse volte il pubblico, anche in italiano, e incita la folla a gesti. Molto belle alcune canzoni, "Year zero" e "Ritual", ma anche le altre non sono da meno. Concludo: i Ghost sono una sorpresa!

Andiamo avanti: prossimo gruppo in scaletta sono i Mastodon. La verità: potevo fare a meno di guardarli. Non sono un loro fan, ma devo dire che alcuni pezzi, soprattutto da "Crack the sky" non sono affatto male. Dal vivo, invece, sono sempre stati una pizza enorme! Togli i numerosi problemi tecnici che hanno avuto durante la loro esibizione... dopo averli visti diverse volte in festival precedenti, mai una volta che mi abbiano gasato. A mio parere rimangono un gruppo di secondo ordine, non andrei mai ad un loro show da headliner. C'è poco da commentare sulla loro performance, oltretutto mi sono sembrati il gruppo che hanno coinvolto meno la folla in assoluto. Possiamo passare oltre...

Rimango nelle prime file per i Megadeth, un gruppo che non ha certo bisogno di presentazione. Non è la prima volta che vedo Mustaine e soci, ma ogni volta è come se fosse la prima. Il gruppo sta invecchiando, lo ammetto, ma volete mettere vedere Mustaine e Broderick alla chitarra? Oltre a qualche canzone del nuovo cd "Super Collider" in uscita, una cover dei Thin Lizzy (mitica "Cold sweat") e qualche pezzo recente (Public enemy n.1), la band snocciola perle dal suo ormai vasto repertorio: la title-track dell'album "Countdown to extinction" e una "A tout le monde" in coppia con Cristina Scabbia dei Lacuna Coil sono i pezzi forti del gig, oltre naturalmente alle solite "Sweating bullets", "Peace sells", "Simphony..." e "Holywars". Alcune pecche dello show: i primi pezzi sono un disastro dal punto di vista fonico; i suoni sono tutti impastati, la voce di Mustaine quasi assente. Non è certo il giorno migliore per i tecnici del suono del Sonisphere; hanno dato davvero prova della loro incapacità che si è confermata durante i vari show delle band presenti. Da segnalare inoltre un pogo ferocissimo nelle prime file: è stato un massacro, mi sono divertito anche perchè sono abbastanza abituato a situazioni del genere, ma quando è troppo è troppo. Sembra sempre una guerra dove i più deboli vengono schiacciati e sono costretti a indietreggiare dalle prime file precedentemente conquistate. Comunque in Italia l'andazzo è questo, meglio accettarlo per non incombere in grosse delusioni. Ritornando ai Megadeth... un altro grande show, non impeccabile ma pur sempre eccezionale.

Ok! Il grande momento è arrivato. Il vero motivo per cui sono qui al Sonisphere, oltre al fatto che sono un fottuto maniaco dipendente da concerti, è la setlist dei grandi, inossidabili Iron Maiden. Li ho già visti tre volte in tre differenti tour, con canzoni nuove, vecchie e vecchissime; avevo detto basta ai loro show ma, se questi ti piazzano fuori il "Maiden England", come fai a non andare a vederli? Da piccolo avevo la videocassetta e l'ho consumata a forza di guardarla. Brani come "The Prisoner", "Phantom of the opera", "Seventh son..." sono sempre stati tra i miei preferiti. Manca "Still life", ma non si può volere tutto...
Veniamo comunque allo show: c'è tutto! Milioni di effetti, pupazzi, costumi, fuochi d'artificio e Steve Harris! Bruce Dickinson rimane un grande frontman, anche se la voce non è quella di un tempo. Ogni pezzo è pura nostalgia, inutile elencarli tutti. Lo show è impeccabile, anche se in alcuni momenti c'è qualcosa di già visto. Il tempo passa in maniera favolosa, la stanchezza di una lunga giornata se ne va via. Arrivano i bis con il mitico intro "Churchill's Speech" seguito da "Aces High", The Evil that men do" e la solita "Running free". I Maiden ringraziano e il Sonisphere finisce.

Conclusioni: non si può dire sia stato un brutto festival. Ci sono stati momenti veramente importanti ed emozionanti, ma i diversi problemi acustici e un bill non proprio all'altezza del nome del festival non lo mettono certo tra quelli indimenticabili. Rimangono tante cose: il Maiden England, la strana performance dei Ghost, i Voodoo Six, il mosh dei Megadeth non possono certo essere dimenticati. La compagnia inoltre era delle migliori... e non aggiungo altro. Ultima cosa sulla location: se non sei nel pit si sta di merda, dunque credo risulti inutile comprare biglietti (costosi) al di fuori di quella zona. Si torna a casa... è stata una grande giornata!



P.S: Non si può non menzionare il magico recupero del Becciu di un plettro dei Mastodon con una mossa a dir poco professionale.... ahahaha!

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