22 dicembre 2014

Neil Peart - "Il Viaggiatore fantasma" (Tsunami ed. - 2014)

Neil Peart, per chi non lo sapesse, è il batterista dei Rush! Questo libro, "Il Viaggiatore fantasma", non parla di musica: parla di dolore. Un dolore che Peart deve affrontare quando, nel 1998, decide di partire a bordo della sua moto (BMW R1100GS) per compiere un sentiero che lo porterà alla guarigione della sua anima. Perchè dolore? Perchè guarigione? Nell'agosto del 1997 Peart perde la figlia Selena in un tragico incidente stradale e, dopo nemmeno un anno, la moglie Jackie, che non è mai riuscita a superare il suo lutto, di tumore. Si trova solo, perso nel dolore, diventa un fantasma in quanto ha perso l'amore per la vita e per tutto ciò che lo circonda. Deciso a provare ad andare avanti, nonostante tutto, con la sua esistenza, intraprende un lungo viaggio in moto che durerà 14 mesi, macinando più di 80.000 chilometri e attraversando il Canada fino all'Alaska, per poi proseguire giù lungo la costa occidentale degli USA fino al Messico e al Belize, per ritornare in Quebec e proseguire di nuovo negli USA dopo una sosta di alcuni mesi.

Il libro (datato 2002 ma solo adesso tradotto in italiano dalla Tsunami edizioni) non è un diario, ma un resoconto dettagliato del suo lungo viaggio, documentato tramite i suoi appunti e le lettere scritte durante quel periodo al suo migliore amico e a tutti i suoi conoscenti. Peart da sfogo a tutto se stesso, annotando non solo tutti i suoi sentimenti e le sue sensazioni, ma tutto ciò che vede: la natura, i posti, le persone, i grandi paesaggi, i luoghi in cui dorme e mangia. La "strada della guarigione", come lui chiama questo percorso catartico, lo porta a sondare la sua anima, talvolta rassegnata, qualche volta piena di rabbia o di disperazione, ma sempre volta ad andare avanti.

"Il Viaggiatore fantasma" è un libro ricco di significato! Peart si dimostra un grande narratore e compagno di viaggio di se stesso, ma nella sua lettura non si può fare a meno di immedesimarsi con l'autore, con il suo dolore e la sua voglia di ricerca di una pace interiore. Forse in alcuni casi risulta troppo lungo, soprattutto nella parte epistolare. Ma la forza che ne scaturisce da queste pagine è un vero toccasana per l'anima. Inutile dire che dopo due anni Peart trova la guarigione (come? chissà....) e la voglia di tornare a vivere, ma il viaggio che ha affrontato è una testimonianza di quello che ha dovuto subire per arrivarci.

Buona lettura!

Voto: 7,5

Nessun commento:

Posta un commento

Per colpa delle solite zecche che offrono prestiti, mi trovo costretto a visionare ogni commento. Sorry!