3 gennaio 2015

Martin Popoff - "Scorpions: uragano tedesco" (Tsunami ed. 2013)

Nonostante gli Scorpions non siano certo uno dei miei gruppi favoriti, come del resto ho già spiegato in un post precedente (vedi qui la recensione del loro concerto del 2014 a Piazzola sul Brenta), la loro biografia era una delle letture che più suscitava in me una gran curiosità. Non ho mai seguito la loro carriera assiduamente, né ho mai comprato un loro album fatta eccezione,  per determinati motivi a cui prima o poi dedicherò un post, per alcuni vinili con delle cover piuttosto interessanti. Tuttavia il gruppo tedesco è stato una delle band più significative per il classic rock di fine anni '70 - inizio anni '80, con all'attivo moltissimi successi dal punto di vista internazionale, sia per quanto riguarda alcune uscite discografiche, sia per la loro partecipazione live a livello globale.

Il libro di Martin Popoff illustra, album dopo album, la lunga carriera degli Scorpions partendo dagli inizi fino ai giorni nostri. Dalla prima formazione che comprendeva la presenza dei due fratelli Schenker, Rudolf e Michael (presente soltanto nel primo album ed in seguito membro saltuario del gruppo in alcuni periodi, sia in sede di composizione che in quella live), al periodo di Uli Jon Roth, al cambio di bassista e batterista storici, consolidando così la leadership della coppia Rudolf-Klaus all'interno della band. L'analisi dell'autore ci porta soprattutto a conoscere pregi e difetti di ogni loro lavoro: gli inizi con i primi, eccellenti "Virgin Killer", "Lovedrive" o "Animal magnetism", i grandi album come "Blackout" e il sensazionale "Love at first sting", la delusione di "Savage amusement", la consacrazione a livello planetario di "Crazy world", con "Wind of change" a portarli sopra il gradino più alto del podio, fino alla lenta decadenza dal punto di vista artistico con le successive opere, tra (pochi) alti (Sting in the tail) e (molti) bassi. Gli Scorpions in tutti questi anni sono sopravvissuti, rispetto ad altri gruppi che si sono sciolti nel corso degli anni '90, grazie ad un numero enorme e consolidato di fan in tutto il mondo, guadagnati con le loro eccezionali performances in sede live che hanno avuto il merito di far passare in secondo piano il loro declino dal punto di vista artistico-compositivo. C'è da dire che, dopo il grandissimo successo di "Wind of change", il quintetto tedesco ci ha messo molto del suo da un punto di vista negativo, trasformandosi da gruppo rock degli esordi a band da ballad, sempre ricercando un'eventuale erede di quella canzone che li ha portati a diventare il fenomeno del momento. E difatti è proprio in questo modo che il sottoscritto ha sempre visto gli Scorpions: un buon gruppo rock vendutosi allo show-business in nome del dio denaro.

Ad ogni modo la lettura del libro è davvero gradevole e ci da la possibilità di conoscere a fondo lo sviluppo dell'uragano Scorpions, ricordandoci che, nonostante tutto, un gruppo deve essere giudicato per tutta la loro carriera (chi ha detto Metallica?).
Rock you like a hurricane!

Voto: 7

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