29 gennaio 2015

Paul Rees - "Robert Plant - una vita" (Arcana ed. 2013)

Parlare di Robert Plant è come parlare di Van Gogh, Picasso o Dalì per quanto riguarda la pittura. Sui Led Zeppelin, forse il gruppo più importante del pianeta, sono stati scritti ormai fiumi di inchiostro; ci si può chiedere a questo punto che cosa ci sia rimasto da aggiungere su di loro che già non si sappia... Tuttavia questa non è una biografia sui Led Zeppelin, anche se Plant è e sarà sempre uno dei suoi punti principali di riferimento per quanto riguarda la band inglese, ma la vita, scritta come se fosse un trattato di stampo prettamente giornalistico, del suo cantante e frontman assoluto. Dimentichiamoci dunque le storie di eccessi e gli status esagerati di star assolute che abbiamo già letto e riletto in altri tomi riguardanti questa band (vedi "Il martello degli dei", nda). Il libro ci mostra un lato decisamente più introspettivo del cantante degli Zeppelin: la sua infanzia, la continua formazione musicale e la sua immensa voglia di suonare, il suo ingresso in una superband capitanata da un già famoso ed eccentrico chitarrista (Page), il successo planetario, tra alti e bassi, la creazione di canzoni immortali fino allo scioglimento a causa del decesso dell'amico Bonham, il proseguimento con la sua intricata carriera solista, attiva ancora oggi, intervallata da reunion brevi o mancate con i suoi vecchi compagni di scuderia. Questo ed altro è Robert Plant, un cantante eclettico dai mille volti, sempre alla ricerca di nuovi stimoli che lo hanno portato a rinnegare (quasi) la sua appartenenza ad un gruppo che ha fatto la storia della musica per andare a scoprire nuovi orizzonti musicali, sicuramente più affascinanti ma meno sicuri dal punto di vista commerciale.
Ed è qui che Robert viene apprezzato; dopo una giovinezza sotto la guida dell'oscuro Jimmy Page, la seconda parte della sua vita si svolge come un continuo cercare qualcosa che non riesce mai ad appagarlo fino in fondo. In mezzo a tutto questo c'è il dolore per la perdita di un figlio, oltre a quella più o meno forzata con vecchi amici e conoscenze, per non parlare del rapporto di amore-odio nei confronti del suo chitarrista storico. Ne deriva dunque una lettura senza alcuna censura della complicata psicologia di questo autore, tirchio e generoso allo stesso tempo, amico o traditore a seconda dei suoi umori, oltre ad essere sempre un imperterrito donnaiolo.
Questa ricerca di Paul Rees da dunque i suoi frutti: descrivere, dentro e fuori i Led Zeppelin, chi è davvero Robert Plant!

Voto: 7

Nessun commento:

Posta un commento

Per colpa delle solite zecche che offrono prestiti, mi trovo costretto a visionare ogni commento. Sorry!