26 marzo 2015

Metalhead (R.Bragason 2013)

Titolo Originale: MALMHAUS
Regia: Ragnar Bragason
Interpreti: Ingvar Eggert Sigurðsson, Thora Bjorg Helga, Sveinn Ólafur Gunnarsson
Durata: h 1.37
Nazionalità: Islanda 2013
Genere: drammatico

In una fattoria nelle campagne dell'Islanda, Hera perde il fratello, ucciso da incidente di cui la ragazza continua a darsi la colpa. Affranta dal dolore, trova però conforto nella musica dark metal e sogna di diventare una rock star. Per riuscirci, Hera assumerà l'identità del fratello.
(fonte: Filmscoop.it)

Finalmente, preso dalla curiosità, sono riuscito a vedere questo film islandese sottotitolato in italiano, principalmente per il fatto che si intitoli semplicemente "Metalhead". Che cosa aspettarsi da un prodotto con un titolo simile, proveniente dalla terra dei geyser? Mi immagino il solito ragazzo/a disadattato/a, chiuso in un paesino immerso nel gelo per dodici mesi l'anno, osteggiato ed emarginato da tutti per le sue idee anticonformiste ma soprattutto per il suo modo imbarazzante di vestirsi e per la musica che ascolta, piuttosto diversa da quella popolare. La sua stanza invasa da poster con mostri e capelloni seminudi, una chitarra Flying V e un amplificatore nel bel mezzo di essa. Ok, ho finito con tutti gli stereotipi classici del metallaro ignorante! Devo dire però che questi elementi ci sono tutti! Il protagonista è una ragazza, anche piuttosto gnocca. Ma la musica, abbastanza presente ma non in primo piano, non è la protagonista principale di questo drama. Bensì il dolore, o meglio, la negazione di esso. Hera, dopo la morte del fratello, non riesce ad andare avanti. I genitori troppo permissivi, anch'essi distrutti ed incapaci di dialogare fra loro, comprendono il suo stato d'animo, perdonandole ogni bravata (ad esempio guidare il trattore di notte a fari spenti a tutta velocità, con in mano una bottiglia di acquavite). Ma anche quando la ragazza trova qualcuno che la capisca, un aiuto inaspettato in un villaggio ai confini del mondo, trova un'altra delusione...
Non sto ad andare avanti per non commettere qualche spoiler involontario. La pellicola è buona, la regia e gli attori non sono affatto male. Le ambientazioni sono affascinanti, come lo può essere un paesaggio nordico. La storia... beh, non è certo un capolavoro, ma si lascia guardare e non annoia. Chiarisco subito che non è un film per soli fan del metal. Qualche canzone è presente e farà sicuramente felice ogni fan di metal classico degli anni '70-80, ma niente di esagerato né troppo forzato. Judas Priest, Diamond Head, Megadeth (la liberatoria song finale "Symphony of Destruction), Teaze sono autori di qualche song di sottofondo. Poster e magliette nere mi hanno fatto sorridere spesso durante la visione del film. Lasciate perdere infine la locandina ad effetto, poiché di black metal c'è davvero poco, se non un breve sfoggio di corpse painting e una chiesa bruciata (fa sempre scena).
Ricordatevi piuttosto che non è un film musicale, ma un drama incentrato sul dolore, su una perdita difficile da accettare, sostituita da tanta rabbia e solitudine.

Voto: 7

P.S: Consiglio di leggervi un'altra, buona recensione cliccando qui!




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