4 maggio 2015

Joel McIver - "TOOL" (Tsunami ed. 2009)

Definire la musica dei Tool è alquanto impossibile! In tutti questo tempo, ad ormai 25 anni dalla loro formazione, diverse testate del settore hanno provate ad inquadrare le sonorità del quartetto americano in un unico genere, rendendo la loro scelta inesatta ed allo stesso tempo troppo restrittiva. Progressive, alternative, metal, industrial, addirittura grunge. Sono tutti aggettivi utilizzati per rinchiudere la musica dei Tool in una sola categoria, ma nessuna di queste ha la capacità di dare allo spettatore una benché minima idea di quello che andrà ad ascoltare trovandosi per la prima volta davanti ad un'opera della band di Maynard & Co..
Nemmeno Joel McIver ci riesce, tanto meno ci prova. Attraverso le numerose interviste ai membri della band presenti all'interno di questo libro, l'autore cerca di darci un'idea di quello che può essere l'intero universo creato dalle opere non soltanto musicali di questo gruppo atipico, differente da qualsiasi altro ancora in circolazione. Provate soltanto a guardare i videoclip delle loro canzoni. Prendetene uno qualsiasi e cercate di dare un'interpretazione alla musica, alle immagini che vedete davanti a voi. Difficile farlo, tuttalpiù è semplice invece provare diverse sensazioni quali fastidio, curiosità, orrore, riflessione, claustrofobia. Non si può stare indifferenti davanti ad un qualcosa del genere. Ed i Tool vogliono proprio questo: dare importanza alla musica anche attraverso le immagini, molto meno a se stessi, ridefinendo la classica figura della rockstar.
Basti guardare oltretutto le esibizioni live degli stessi Tool, ricche di video, luci, effetti degni di qualsiasi padrino della psichedelia, con un cantante spesso non in primo piano, ma al lato della batteria, seminudo e quasi sempre di spalle.
Un libro unico nel suo genere, dunque, perchè unica è la band in questione. McIver, narratore esperto ormai avvezzo alle storie rock, traccia una linea temporale che descrive la carriera di Maynard James Keenan, Adam Jones, Danny Carey e Justin Chancellor (e ancor prima di lui il bassista Paul D'Amour) dal 1990 ad oggi (ogni capitolo prende in esame uno o più anni della loro storia. nda), dandoci testimonianze, interviste, dettagli su album, videoclip, live e progetti paralleli (A Perfect Circle e Puscifer, ovviamente del solo, poliedrico Maynard). Risulta curioso constatare come la loro discografia sia composta da soli 4 album e un EP in un arco, come abbiamo già detto, di 25 anni! A questo aggiungiamo anche un'analisi piuttosto introspettiva di ogni musicista, analizzando ad esempio le loro passioni extra-musicali; mi riferisco soprattutto alla figura di Keenan, al ruolo di viticoltore come quello di attore o direttore marketing che ha intrapreso in questi anni.
Se non conoscevate i Tool, questo volume (ristampato da Tsunami edizioni proprio in questo periodo, dopo una lunga assenza dal loro catalogo in quanto la prima stampa era andata esaurita. nda) vi da dei buoni motivi per andare ad ascoltarli e recuperare le loro opere.
Buon ascolto e buona lettura!

Voto: 8

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