21 luglio 2015

The Jesus and Mary Chain (Ferrara, Piazza Castello 19.07.2015)

In una Ferrara post-atomica con temperature vicino ai 38°C, davanti al suo bellissimo castello, per la rassegna annuale "Ferrara sotto le stelle", si esibisce il gruppo scozzese di culto The Jesus and Mary Chain. Per chi non conoscesse la suddetta band, corra immediatamente su Wikipedia o (meglio) su Youtube per informarsi; per tutti gli altri, sappiate che è stato davvero un buon concerto!
Fa (troppo) caldo, ma non riesco a rinunciare a stare nelle prime file, sulla sinistra del palco. Il pubblico, vestito di nero in pieno stile anni '80, va dai 40 anni in su: questa volta i giovanissimi sono in minoranza, forse perchè non si tratta di un gruppo di richiamo, ma pur sempre di un pezzo di storia del noise pop e shoegaze (cercare nel dizionario, please!). Mi complimento con me stesso per essere stato presente a questo evento!

Ad aprire lo show tocca alla one man band The Sleeping Tree, ovvero il cantautore triestino Giulio Frausin. Chitarra a tracolla, tanta voce, propone un buon folk di stampo americano in stile Damien Rice, con le sue inconfondibili pennate fatte con il pollice per accarezzare il suo strumento. Tanto coraggio in questo ragazzo, ma davvero tanta classe. La folla apprezza il suo breve set, conquistata dalla sua umiltà e bravura.

Tocca al gruppo della serata salire sul palco! Poche parole, statici, strumenti alla mano, non sembrano i pericolosi The Jesus and Mary Chain che tutti conoscono. Il loro suono però è davvero travolgente! Pur non essendo una grande band in sede live, la loro musica è strabiliante. Un sound di chitarra frastornante, un vero e proprio muro di suono. All'inizio sembra che la band svolga solo il suo facile compitino: sembrano tutti dei bravi scolaretti durante il saggio di fine anno. Ma è proprio così che vogliono essere: unici nel loro genere, anarchici nella loro minimale impostazione. Non è uno show con fuochi d'artificio o effetti speciali di genere Kiss, ma un concerto che (forse) sarebbe stato migliore in uno sporco e puzzolente pub, nel buio più totale. Tuttavia il loro show è impagabile. Dopo un primo set di canzoni tratte da diversi album, la seconda parte è dedicata alla trasposizione del loro, primo "Psychocandy". Partono così con la proposizione di 14 brani, per la gioia di tutti quei fan che li hanno sempre seguiti e considerati un mito.

Setlist

April Skies 
Head On 
Blues From a Gun 
Some Candy Talking 
Psychocandy 
Up Too High 
Nine Million Rainy Days 
Reverence 
Upside Down 
Intermission

Psychocandy
Just Like Honey 
The Living End 
Taste the Floor 
The Hardest Walk 
Cut Dead 
In a Hole 
Taste of Cindy 
Never Understand 
Inside Me 
Sowing Seeds 
My Little Underground 
You Trip Me Up 
Something's Wrong 
It's So Hard

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