2 novembre 2015

Deep Purple (Padova, Kioene Arena - Palafabris 30.10.2015)

I Deep Purple sono uno dei gruppi più importanti di tutti i tempi! Nel corso della loro lunga carriera hanno venduto milioni di dischi in tutto il mondo, oltre ad essere riconosciuti come uno dei gruppi fondamentali della musica rock, al pari (forse) di Led Zeppelin e Black Sabbath. La formazione dei Purple, nel corso degli anni, ha subito diverse variazioni, alternando diversi musicisti di pregevole tecnica, mostri sacri che hanno lasciato la loro impronta all'interno del gruppo stesso.
Ai giorni d'oggi la formazione (cosiddetta Mark VIII) è costituita dal trio storico Ian Gillan (voce), Ian Paice (batteria), Roger Glover (basso), a cui si sono aggiunti il tastierista Don Airey, sostituto del compianto John Lord, e Steve Morse alla chitarra, che raccoglie il testimone del grande, storico Ritchie Blackmore. Vedere i Deep Purple in concerto è come assistere ad una messa sacra! Sarò sincero: i DP sono l'ultima grande band storica che ho amato nel corso della mia formazione musicale. Da ragazzino ho sempre preferito la corrente Hard/Heavy guidata dai Maiden, dagli ACDC o dai Metallica, prima di conoscere ed adorare gli Zeppelin e così via... Passa il tempo ma i Purple resistono ancora! Nel 2013 hanno pubblicato un nuovo album e fra qualche mese ce ne sarà un altro in arrivo. Anche se la vena compositiva non è più la stessa dei bei tempi andati, i cinque musicisti non rinunciano a diffondere il loro verbo, per la gioia della vecchia e (si spera) delle nuove generazioni.
Entrando nella Kioene Arena, meglio conosciuta come Palafabris, si può notare come il pubblico sia piuttosto eterogeneo. Sono presenti persone di tutte le età, decisamente un pubblico ben poco rock! Mi chiedo quanti di loro apprezzino davvero i Purple, oltre a conoscere la solita "Smoke on the water". La risposta alla mia domanda non si fa attendere: l'accoglienza del pubblico è piuttosto tiepida, degna soltanto su alcuni, conosciutissimi pezzi. E' vero che non si ha davanti uno show infuocato come quello che i DP erano abituati a presentare nel corso degli anni '70, ma la differenza è davvero notevole! Un pubblico così va bene per Baglioni, non per dei dinosauri del rock!
Ok, veniamo ora allo show! L'ex Palafabris è un palazzetto che conterrà un po' più di cinque mila posti. Non è adatto per grandi eventi, vista la sua limitata capienza. Trovare parcheggio non è inoltre impresa semplice... Lasciamo perdere questi dettagli e godiamoci l'evento! La setlist la conosco già: alcuni super classici, molti buoni pezzi soprattutto da "Fireball" e "Machine Head", diverse nuove proposte, tante assenze. Non ci sono "Child in time", "Highway star" o "Perfect stranger", anche se alcune di queste song sono state tagliate o ripescate nel corso del tour. Presenti invece "Strange kind of woman", dove il pubblico accenna ad un minimo di reazione, "Hard lovin' man", "Smoke on the water", conosciuta e cantata anche dai sassi, la storica cover "Hush" e l'immortale "Black Night". Soltanto nelle ultime canzoni il pubblico risponde. Meglio tardi che mai! In mezzo a queste, pezzi nuovi, alcuni conosciuti solo dai veri fan, diversi assoli. Ognuno dei Purple fa la sua parte: da Paice (chissà su quale canzone...), che oggi indossa una t-shirt di Don Bosco (?), a Morse, Gillan, Airey e per ultimo, nei bis, Glover. Qualche inedito, qualche sostituzione rispetto alle setlist dei precedenti show e lo spettacolo è assicurato! Come nei grandi anni ruggenti, ogni pezzo è tirato fino al limite, cosa che al giorno d'oggi si tende a non fare. I cinque musicisti non rinunciano ad improvvisare su praticamente ogni pezzo, dimostrando che la voglia di incantare, oltre che di divertirsi, non è mai scemata. Cinque vecchietti, dunque, con una grossa eredità da trasmettere alle spalle. Se penso a tutto quello che la band ha sfornato in tutti questi anni mi vengono i brividi! Non dimentichiamo che nei Purple fecero la loro comparsa mostri sacri come Glenn Hughes o David Coverdale, e in tempi recenti, almeno in sede live, lo stesso Satriani.
Che dire: una grande, indimenticabile serata! Non poteva essere altrimenti, vista la caratura della band che avevamo davanti...

Setlist:

Intro - Mars, the Bringer of War (Gustav Holst song)
Après Vous
Demon's Eye
Hard Lovin' Man
Strange Kind of Woman
Vincent Price
(New instrumental)
Uncommon Man
The Well-Dressed Guitar
The Mule
Ain't No More Cane on the Brazos ([traditional] cover)
Got My Hip Boots On
Wring That Neck
Mary Long
Hell to Pay
Keyboard Solo
Pictures of Home
Space Truckin'
Smoke on the Water

Encore
Hush (Joe South cover) (Preceded by "Green Onions" snippet)
Bass Solo
Black Night

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