18 novembre 2015

John Donoghue - "La Scacchiera di Auschwitz" (Giunti ed. 2015)

1962. Durante un torneo internazionale di scacchi ad Amsterdam, Olanda, tre uomini si ritrovano vent'anni dopo l'Olocausto della Terza guerra mondiale. Uno di loro, Emil, è un ebreo imprigionato ad Auschwitz, gli altri due sono tedeschi. Paul è un ex ufficiale delle SS, Willi un giocatore di scacchi menomato che ha servito il suo paese durante la guerra all'interno del Ministero della Propaganda. Queste tre anime hanno molto in comune, eppure sono così lontane fra di loro. Dopo un'iniziale ed ostinata riluttanza, Paul, ormai vescovo in sede alla Chiesa Cattolica, li costringerà a misurarsi riguardo il loro passato, un passato di dolore che li ha visti confrontarsi con l'odio e la sofferenza umana, pur trovandosi in fronti completamente diversi.
Una volta messe da parte le loro divergenze, i tre protagonisti iniziano a raccontare la loro storia che li vede come comparse all'interno del campo di sterminio di Auschwitz. Emil, soprannominato l'Orologiaio per la sua abilità nel riparare orologi, utilizza la sua abilità nello scacchi per fuggire, almeno dal punto di vista mentale, dagli orrori del campo di concentramento in cui è stato deportato insieme alla sua famiglia. Paul, membro delle SS con una particolare coscienza, vede nell'ebreo e nella sua abilità una qualche rivalsa per il suo onore infangato, costretto a servire la patria in un campo di morte e sofferenza. Insieme a Willi, questi dovranno confrontarsi e affrontare le proprie paure, cercando il perdono in loro stessi.
Devo dire che un libro ambientato ad Auschwitz fa ancora il suo effetto! Il gioco dello scacchi è quasi una metafora della vita e non soltanto lo strumento con cui Emil rimane in vita. Durante la lettura di questo libro, si viene magicamente trasportati all'interno del campo di concentramento più noto della storia della seconda guerra mondiale. Non è macabro e realistico come un libro di Primo Levi, anche se Donoghue è molto bravo nel narrare abitudini, regole e vita di questo luogo. Dopo ogni pagina viene sempre da chiedersi come i protagonisti della storia abbiano fatto a sopravvivere fino ai giorni nostri, nonostante la guerra e la successiva liberazione da parte degli Alleati. Il tutto è scritto in un modo piuttosto intuitivo e lineare, con qualche piccolo colpo di scena per tenere vivo l'interesse del lettore verso una  trama apparentemente molto semplice. Non un capolavoro, ma un libro che sicuramente si fa apprezzare ed è ottimo per una piacevole lettura senza troppi pensieri.
Nemmeno il gioco dello scacchi è abbastanza approfondito, visto che in quest'opera passa in secondo piano rispetto alla psicologia degli stessi protagonisti.
Per concludere, date una chance a questo racconto. Ne vale davvero la pena...

Voto: 7

Nessun commento:

Posta un commento

Per colpa delle solite zecche che offrono prestiti, mi trovo costretto a visionare ogni commento. Sorry!