4 marzo 2016

Paul Di'Anno - "La Bestia" (Chinaski ed. 2015)

Non esiste metallaro al mondo che non sappia chi sia Paul Di'Anno! Posso dire con assoluta certezza che questa affermazione sia vera? Direi di si, visto che il signorino è stato il primo cantante di un gruppo chiamato Iron Maiden! Facciamo una precisazione, ma solo per i fan sfegatati del combo inglese: Di'Anno non è proprio il primo cantante, visto che le formazioni embrionali dei Maiden hanno cambiato diversi singer. Paul è il primo, vero importante frontman della formazione di Steve Harris, visto che ha inciso i primi, storici due album "Iron Maiden" e "Killers". Per qualcuno, ma fortunatamente per pochi, Paul è stato l'unico cantante degli Iron Maiden, tralasciando la netta importanza che ha avuto l'inserimento di un certo Bruce Dickinson all'interno della band.
Ma andiamo con ordine: questa autobiografia descrive la vita piuttosto movimentata del "primo" cantante di quello che è il gruppo heavy metal più importante di tutti i tempi. Paul Di'Anno è considerato ormai un personaggio leggendario, ma non solo da un punto di vista prettamente positivo. Se da una parte il suo contributo al successo dei primi Irons è al di fuori di ogni dubbio, dall'altra il suo carattere focoso, la sua addizione alle droghe, all'alcool e a una vita verso l'autodistruzione l'hanno reso nel tempo un personaggio piuttosto discusso e assolutamente negativo.
Come lui stesso dichiara nelle prime pagine di questa autobiografia, i grandi quesiti su cui rispondere sulla sua vita sono tre: lo hanno cacciato dalla band? quante volte si è sposato? è finito davvero in galera in America? Per sapere la risposta a queste semplici ma importanti domande vi rimando alla lettura del libro, anche se non posso non darvi alcune essenziali anticipazioni. Vi dico subito che questa autobiografia è piuttosto classica, nel senso che alla fine tratta della solita vita di una rockstar capricciosa e distruttiva. Paul parla sempre in prima persona, raccontando tutti i suoi successi musicali e la conquista della fama con il suo primo, vero gruppo. L'amicizia e la complicità con il primo Steve Harris e soprattutto con Dave Murray è contrapposta con una lunga catena di eccessi che ne hanno condizionato, alla fine in senso negativo, la sua carriera e la sua relazione con gli stessi membri del gruppo. Sono tantissimi gli aneddoti raccontati da Paul su queste pagine, ma tutti parlano di violenza, droga e sesso in quantità davvero esagerate. Paul non ha peli sulla lingua! Le sue avventure consistenti in lunghe sniffate, risse ovunque e scopate incredibili con un numero illimitato di groupies vengono raccontate con dovizia di particolari senza alcun tipo di censura da parte dell'autore stesso.  Il fattore più importante, la musica, diverse volte viene lasciata in secondo piano, come se la sua esistenza fosse dipesa interamente da tutti i suoi guai e le sue disavventure dipendenti dal suo brutto carattere.
Dopo l'avventura con i Maiden, Paul non riuscirà più a risalire la china, se non brevemente con uno dei suoi gruppi successivi, i Killers, che come i precedenti combo Di'Anno e Battlezone avranno però vita breve. Il suo nome, ad ogni modo e come da sua stessa ammissione, rimarrà sempre legato al gruppo che lo ha portato sulla vetta del mondo, di cui ancora oggi non può fare a meno di celebrare attraverso le canzoni di quel periodo. Cos'altro dire? Se da una parte la lettura di diverse oscenità risulta divertente e spassosa, dall'altra ci troviamo davanti ad una storia sempre e comunque piuttosto ripetitiva e lineare, una serie musica-alcool-violenza-droga-rinascita che si ripete all'infinito. Rimane inoltre il dubbio che alcuni degli episodi siano ingigantiti o palesemente inventati di sana pianta, vista la fama di contaballe che Di'Anno si ritrova da parte dei suoi stessi amici.
Vi anticipo inoltro un altro particolare che penso sia una curiosità a cui ogni fan dei Maiden stia pensando leggendo queste poche righe: Paul non parla male dei suoi ex compagni di avventura nè del suo sostituto all'interno della band, anzi... Spara a zero su tutto, ma stranamente non su di loro, lodando addirittura l'operato e la voce di Dickinson all'interno della band.
L'ultimo capitolo è dedicato alle parole degli altri: amici, colleghi e discografici parlano di Paul attraverso i loro ricordi. Da qui è possibile avere un'idea piuttosto negativa dell'autore, in quanto si evince che i suoi conoscenti lo bollano praticamente come uno spostato, drogato, pazzo, bugiardo e inaffidabile sia nei rapporti umani che sul lavoro. Non basta essere una persona simpatica e generosa, pronta però d'altra parte a fregarti quando meno te lo aspetti! Diverse volte in queste pagine Paul chiede scusa per tutti i suoi errori commessi a danno degli altri, per poi ricascarci subito dopo in preda ad una sbornia colossale o a un festino a base di cocaina.
Ad ogni modo una lettura interessante, se non altro per farsi due risate alle spalle del "povero" Paul Di'Anno, cantante con un brillante futuro davanti, autore di due icone della musica rock, distrutto dai suoi stessi demoni.

Voto: 7

1 commento:

  1. E' sicuramente un personaggione! L'ho visto un paio di volte dal vivo e mi sono anche divertito tantissimo, ha una bella attitudine punk anche se la voce dei tempi migliori è ormai andata...

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Per colpa delle solite zecche che offrono prestiti, mi trovo costretto a visionare ogni commento. Sorry!