14 febbraio 2017

The Cult (Piazzola sul Brenta. Anfiteatro Camerini 13.07.2012)

Tra tutti i concerti che ho avuto la fortuna di vedere all'Hydrogen Festival, nella splendida cornice dell'Anfiteatro Camerini di Piazzola sul Brenta (PD), uno di quelli a cui sono più legato è sicuramente quello dei The Cult. Il gruppo inglese di Ian Astbury e Billy Duffy mi ha sempre dato vibrazioni positive in tutta la loro lunga carriera; album come "Electric" e "Love" li ho sempre considerati dei classici, come del resto il primo "Dreamtime", targato 1984. Ma se proprio devo esprimere un giudizio su tutti i loro lavori successivi, devo dire che li ho amati tutti indistintamente. La formazione dei Cult ha subito, con il passare del tempo, diversi cambiamenti, per non parlare di scioglimenti, reunion e varie voci di abbandono. Astbury e Duffy hano intrapreso carriere diverse per diversi periodi, salvo ritrovarsi a cadenze differenti per ricostituire il gruppo che li aveva lanciati verso il successo.
La data di Piazzola sul Brenta faceva parte di una di tre tenutesi in suolo italico per supportare la loro ultima fatica, l'album "Choice of weapon", un lavoro interessante come del resto tutti le loro opere precedenti. Vedere i Cult è sempre stato uno dei miei pallini fissi... e non potevo certo perdermi una data nemmeno tanto lontana da casa mia. L'Hydrogen Festival ha sempre portato artisti di ogni calibro, nazionali ed internazionali, ma questa volta ha contribuito ad avverare uno dei miei vecchi sogni. Ho già parlato in passato di questo bellissimo festival annuale e del suo bill unico, cosa che lo rende uno dei migliori del nostro paese anche a livello di organizzazione.
Dopo un bellissimo show del gruppo di apertura, i gallesi Gun, spetta finalmente alla band di Astbury presentarsi davanti al pubblico dell'Hydrogen Festival. L'affluenza si è rivelata discreta, vuoi anche il fatto che i fedelissimi della band si sono divisi nelle tre date italiane del tour, vuoi che i Cult non hanno purtroppo nel nostro paese un grandissimo seguito. Palco piuttosto minimale e scarno, senza alcun tipo di effetti particolari. Astbury appare piuttosto invecchiato, nonostante la lunga coda nera (capelli suoi, come proclama lui stesso! nda), occhiali da sole avvolgenti e un giubbottino di pelliccia imbottito decisamente fuori stagione, oltre ad una pancetta pronunciata. Il singer non appare in grandissima forma, anche se ce la mette tutta per eseguire una performance impeccabile almeno sotto il punto di vista vocale. Lo ammetto: adoro la voce di Ian! Quel suo timbro caldo, molto Morrisiano e quella sua aria da indiano nativo. Il chitarrista Billy Duffy, capelli corti, sembra invece aver mantenuto il suo aspetto da rocker consumato. Non si poteva iniziare meglio che con "Lil' Devil", uno dei tanti pezzi "cult" della band. I Cult portano avanti il loro onesto show, anche se alla fine sarà piuttosto corto (poco oltre l'ora e un quarto). Astbury dialoga parecchio con il pubblico, talvolta in un italiano stentato, altre volte elencando qualche luogo comune del nostro paese, da un "Luciano Pavarotti" ovviamente storpiato ad un "Berlusconi" e il suo "bunga bunga". Cose davvero che ci rendono molto fieri da un punto di vista internazionale. Non è stato certo un concerto indimenticabile, almeno sotto il mio punto di vista. Quello che non dimenticherò mai, invece, è la successione dei pezzi da loro eseguiti, soprattutto dei loro bellissimi classici. La setlist è piuttosto varia e comprende diverse canzoni tratte dal loro ultimo lavoro. "Honey from a knife" è una di queste, seguita subito (forse troppo!) da un capolavoro come "Rain". Il pubblico inizia a scaldarsi, nonostante una torrida estate in corso. Le nuove canzoni sono ottime, anche se ovviamente non possono raggiungere il calibro di "Nirvana", "Fire woman" o "The Phoenix". Mancano sicuramente diversi pezzi che hanno reso grande questa band, ma la loro carriera quasi trentennale ormai glielo permette! La mia preferita, "Spiritwalker", la eseguono nei bis, insieme alla conclusiva "Love removal machine", pezzo di "Electric" che non ha certo bisogno di presentazioni. Tutto perfetto, se non fosse per qualche problema strumentale avuto da Duffy alla sua chitarra (su "For the animals") e a qualche annebbiamento avuto da Astbury soprattutto verso l'inizio. Il mio amore per i Cult mi ha permesso di superare anche le imperfezioni. Avrei sicuramente gradito qualche altro classico, vista la durata esigua del concerto, ma la band in questione non era purtroppo in uno dei suoi concerti migliori. Rimane ora da vedere cosa ci attende nel futuro dei Cult, augurandoci che abbiano ancora qualcosa da dire, almeno sotto il punto di vista discografico.


Setlist

Lil' Devil 
Honey From A Knife
Rain
Lucifer
Nirvana
Embers 
Fire Woman
The Wolf
Wild Flower
Rise
The Phoenix
For The Animals
She Sells Sanctuary 

Encores:
Life > Death
Spiritwalker
Love Removal Machine

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