3 marzo 2017

Al Jourgensen - "Ministry" (Da Capo Press 2013)

Visto che lo scorso anno sono dovuto andare fino a Nijmegen, Olanda, per poter vedere per la prima volta i Ministry, ho già decantato le lodi della band di Chicago su un post precedente che recensiva proprio quel concerto. Non meravigliatevi, dunque, se andrò ad incensare anche la biografia stessa dei Ministry, scritta dal suo creatore Al Jourgensen. La vita dei Ministry e quella di Jourgensen sono praticamente un'unica cosa visto che, come i loro "cuginetti" Nine Inch Nails, si tratta di una quasi "one man band", con tanti collaboratori e musicisti di lunga o breve durata che sono andati ad affiancarsi nel corso di tutti questi anni al lavoro dello zio Al. Ho dovuto recuperare la biografia in inglese, in quanto nessuna casa editrice italiana si è presa la briga di tradurla. Ho iniziato così a leggere quella che è sicuramente una delle storie più incredibili che abbia mai letto...

Se avete presente la biografia dei Motley Crue "The Dirt", in cui l'autore Neil Strauss parla delle vicissitudini della band più pericolosa del pianeta, sappiate che, beh, questa è molto peggio! Non voglio togliere nulla a Nikki Sixx e compagni, ma la storia dei Ministry riesce addirittura a superare la loro, almeno in quanto ad eccessi. Ok, lo zio Al si sa, non ha certo avuto una vita morigerata, impegnato a drogarsi, scopare, bere, fare lunghi tour e registrare dischi con band e progetti di dubbia moralità. La sincerità con cui tutto questo viene raccontato è, però, esageratamente spiazzante! Le parole sboccate di Jourgensen raccontano, senza peli sulla lingua, anni e anni di eccessi. E' incredibile come un personaggio simile sia ancora vivo, nonostante tutto quello che ha passato nel corso della sua lunga carriera.
La vita di Al è iniziata da esule cubano, immigrato con la sua famiglia insieme a tutta una serie di problemi comportamentali e di adattamento. Pur non soffrendo la fame, l'infanzia di Jourgensen è stata senza alcun ombra di dubbio piuttosto travagliata, sfociando presto in una ribellione contro il sistema e soprattutto contro se stesso. Le sue parole descrivono una vita votata all'autodistruzione, senza rinunciare a tutti quei progetti che lo hanno reso il musicista di successo che tutti oggi riconoscono. I Ministry hanno creato un genere; lo hanno preso e modificato più volte, diventando uno dei gruppi più influenti del genere e sicuramente uno dei più innovativi di questi anni.
Un capitolo del libro è dedicato a tutte le sostanze che Jougensen assimilava nel corso della stesura di tutti gli album del suo gruppo principale, passando da eroina a cocaina, alcool e acidi di varia natura e forma. La sua dipendenza oltre ogni limite lo ha portato a conoscere e diventare amico di personaggi famosi come William S. Burroughs, scrittore di culto della beat generation, e di Timothy Leary, padre delle droghe psichedeliche quali l'LSD. Jourgensen collaborò con il primo (vedi il video di "Just one fix") e visse per alcuni anni insieme al secondo, diventandone la sua cavia volontaria per l'assunzione di droghe allucinogene insieme a quelle di tipo tradizionale. Oltre ad essi, la biografia è un lungo racconto su tutta una serie di persone che Al ha avuto modo di conoscere e con cui ha potuto collaborare, dai compagni di squadra amati (Mike Scaccia, Gibby Haynes, Jello Biafra, Paul Raven...) ed odiati (Chris Connelly, Paul Barker) a musicisti, attori, politici e una quantità esagerata di groupies che ha incrociato nel corso dei suoi lavori, oltre naturalmente ad incontri ravvicinati del terzo tipo (dicasi "alieni") a cui ha avuto modo di assistere personalmente.
Dietro tutto questo rimane la musica, non soltanto quella dei Ministry ma quella di altri gruppi e collaborazioni che lo portarono a formare progetti come i Revolting Cocks, Lard, Pailhead, 1000 Homo DJs, Buck Satan and the 666 shooters per citarne alcuni, più remix vari, produzioni etc. Non si può dire che lo zio Al se ne sia stato con le mani in mano...
Il cuore del libro è senza dubbio la serie di tantissimi aneddoti raccolti in tutte queste pagine, irriverenti, scioccanti, sadici, perversi ma anche emozionanti e divertenti. Diviso in capitoli principalmente toccanti i diversi periodi in cui Al ha inciso i dischi dei Ministry, alcuni di questi raccolgono interviste a personaggi che hanno avuto la fortuna di dividere la loro vita con lui, come la sua ultima moglie Angie, il suo fidato e compianto amico Mikey Scaccia, a cui è dedicato lo stesso libro, manager e compagni di band. Al non si sofferma molto sulla creazione dei propri pezzi, anche perchè i sui ricordi sono stati annebbiati dalle condizioni precarie di salute a cui la sua massiccia assunzione di droghe lo hanno portato. I suoi casi clinici non si contano, tra overdose, amputazioni di dita dei piedi, morsi di ragno che lo hanno quasi portato a perdere un braccio, ulcere e molto altro.
Dimentico qualcosa? Tante, troppe cose da sottolineare e raccontare. Esagerato oltre ogni limite. Se vi piacciono le storie tutto sesso, droga, piercing, tattoo e rock'n'roll, qui ne troverete anche troppe. Siete avvisati!

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