13 maggio 2017

The 69 Eyes (Bologna, Der Kindergarten 11.05.2017)

Dopo soltanto una settimana si ritorna al Kindergarten di Bologna, sempre per vedere una band finlandese ma di genere diverso. The 69 Eyes sono uno di quei gruppi che non si può fare a meno di ascoltare, visto il sapore "old school rock" di cui è infarcita la loro musica. Chiamatelo Gothic metal o goth rock, oppure solo Alternative, ma i 69 sono figli di tutti quei vecchi gruppi che abbiamo sempre amato, dai Sister of Mercy ai Joy Division, fino ad arrivare ai Doors più cupi. La Finlandia, ripeto, è terra da cui nascono le cose buone... e lo show di oggi è uno di quelli che attendevo da un po', forse soltanto per curiosità.


Arrivo nella location prima dell'inizio del secondo gruppo di apertura, gli Strigas. Non mi sono affatto piaciuti. Pazienza. L'attesa è tutta per la band principale, ancora una volta a Bologna anche se dentro la gabbia del Kindergarten. Se per i Reckless Love, una settimana fa, ho apprezzato l'acustica del posto, questa volta non ho affatto gradito ne i volumi ne i mix dei suoni. Mi trovo tra le prime file e, pur avendo una visuale ottima, il sound risulta a volte impastato, soprattutto per quanto riguarda la voce. E i 69 Eyes? Loro sono incredibili! Immaginate cinque vampiri attempati in occhiali da sole, vestiti di nero. Jyrki, il singer, sembra che non abbia mai preso il sole. Per quasi tutta la durata del concerto nasconde il suo sguardo magnetico con degli occhiali scuri. Jussi, batterista della band, capelli sparati in stile punk, è l'unico a petto nudo, anche perchè lo stage, così piccolo e stretto, deve essere per loro una sorta di forno a microonde. I 69 fanno un grandissimo concerto: cupi, poche parole e tante canzoni suonate a volte di fila senza un attimo di pausa. Le loro hit sono state riproposte una ad una: "Dolce vita", "Jet fighter plane", "Never say die" e "Lost boys" in chiusura. Mancano diverse canzoni che mi aspettavo, ma la band ad oggi può vantare una nutrita discografia, fatto che gli permette di spaziare un po' per tutta la loro carriera. Mi sono piaciuti? Parecchio. Sono stati una conferma che non mancherò di seguire con una devozione sicuramente più marcata.

Ci sono concerti nelle grandi arene, negli stadi o nei palazzetti, ma alla fine sono sempre quelli in piccole locations che mi danno le soddisfazioni più grandi. La musica, la miglior musica è quella per pochi, ascoltata in intimità e non in mezzo a folle oceaniche. Ok, forse mi sto lasciando suggestionare dal goth rock dei 69...

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