25 giugno 2017

Eddie Vedder + Glen Hansard (Firenze, Visarno Arena 24.06.2017)

Metti un sabato che non hai niente da fare, l'umore che non è proprio ai massimi livelli e un caldo afoso che avvolge la tua Ferrara fino a 40°C ed oltre... Prendi la macchina e vai a Firenze per vedere un concerto che non avevi messo in cantiere. Inizia così un pomeriggio e una serata sotto il sole della Toscana, dentro un'arena ricavata da un ippodromo con dentro 40 mila persone semi-vestite che combattono contro il caldo di questi giorni. E' la prima volta per me in questa location: uno spazio ampio dove quest'anno si svolge il "Firenze Rocks", festival neonato che ospita un bill piuttosto ricco che ha reso Firenze il punto di riferimento del rock del 2017, in barba a Milano e alla spenta Bologna. L'organizzazione è sempre quella: non è mortale come il Sonisphere dei Metallica alla Assago Arena di qualche anno fa, inadeguata come i Guns a Imola dei primi di giugno, ma qualche piccolo progresso lo stiamo facendo. Lasciamo perdere il sole cocente e l'assenza di ombra, anche perchè non siamo dentro un palazzetto, o la difficoltà a trovare parcheggio nelle immediate vicinanze (io ho avuto una fortuna fin troppo sfacciata! nda). La Visarno Arena, nel Parco delle Cascine, è ampia, lunga e non è affatto male per contenere eventi di questa portata. Se metti il fatto che il sound era accettabile, possiamo dire che la location è stata promossa con un'ampia sufficienza, cosa rara in questo paese.
La giornata di oggi, oltre al cantante dei Pearl Jam, Eddie Vedder, in uno show da "one man band", prevedeva anche "The Cranberries", annullato per i problemi di salute della cantante Dolores, e il musicista Glen Hansard, oltre a qualche altra band meno interessante in cartellone. Ieri è stata la volta degli Aerosmith, domani quella dei System of a Down, ma queste sono altre storie, passate e future. Una volta annullato lo show della band irlandese, la presenza di Samuel al loro posto fa già sperare nel peggio, andando a lasciare un vuoto enorme nella qualità della giornata odierna dal punto di vista musicale. Ci penseranno Eddie, e soprattutto Glen, a colmare questa grossa lacuna nel corso della serata. Ma veniamo al concerto vero e proprio...
Il mio arrivo coincide con la presenza sul palco di Eva Pevarello. La mia fortunata ignoranza mi salva dal conoscere la provenienza e il background musicale di tale soggetto; da lontano sembra una Amy Winehouse fatta male, ma le mie orecchie non sono impegnate a darle un'adeguata attenzione. Non mi salvo invece da Samuel, di cui non faccio a meno di osservare la sua esibizione sotto un sole cocente. I Subsonica non mi interessano più! L'ultima volta è stata veramente l'ultima. Samuel fa di tutto per catturare un pubblico che non è il suo, ma la sua proposta giunge alle orecchie soltanto dei suoi fan e di qualche estraneo al mondo del rock, prestato da Ligabue e qui presente perchè conosce qualche canzone dei Pearl Jam. Uno show incolore. Non ce la faccio più a seguire le sue incitazioni a battere le mani o a saltellare. Solo la precedente esibizione di Ringo di Virgin Radio sul palco mi ha fatto venire una nausea peggiore (soliti pezzi rock per arruffianarsi il pubblico, solite frasi da DJ da discoteca. Pensare che ha una conoscenza musicale di tutto rispetto, piegata però dalla volontà della musica di massa.). Ciao ciao Samuel! Ti ricorderò con i pezzi migliori della tua band principale...

Cala finalmente il sole sull'Arena, mentre arriva il momento di Glen Hansard. Sappiate subito una cosa: Glen è il vincitore morale della serata! Non è Eddie, che dietro di se ha già fama e successo. Lui è qualcuno che è riuscito a conquistare la folla con la sua voce e la sua chitarra acustica. La sua umiltà ha conquistato tutti, la sua performance ha scaldato (come se ce ne fosse bisogno. nda) i cuori di un'arena che forse nemmeno conosceva il suo nome. Glen arriva sul palco, saluta e già dal primo pezzo prende in pugno la situazione. Voce da vecchio irlandese, simpatico e con un viso bonaccione. Le sue canzoni sono toccanti e riescono dove Samuel ha miseramente fallito. Gli applausi del pubblico ne sono la conferma. Non conosco il suo repertorio, ma devo dire che il suo show è stato superlativo. Imparate da lui come si fa musica rock con una sola chitarra acustica. Bellissime le prove su "Bird of Sorrow" o su "Revelate", con una conclusiva "Her Mercy" sopra le righe. Lo show di Glen rischia di essere una delle rivelazioni di quest'anno, sperando in un arrivederci da qualche altra parte.

Arriva Eddie, dopo un soundcheck infinito e un'attesa che rischia di rovinare la magia di uno show che si preannuncia molto interessante. Vedder è in perfetta forma, abbozza qualche passo di danza sul posto e sembra di ottimo umore. Davanti a lui ci sono 40 mila persone. Lui è solo, con una chitarra elettrica, acustica, un mandolino e il suo fido ukulele. La sfida sembra impari, ma il carisma di Vedder è un'arma che abbiamo già imparato a conoscere nel corso degli anni con i suoi Pearl Jam. Arriva una "Elderly woman..." cantata solo con voce e chitarra. Sapevamo già che i pezzi del gruppo di Seattle avrebbero reso piuttosto bene in acustico, ma non ci saremo mai immaginati che l'effetto fosse così devastante. La folla inizia ad andare in deliro. Eddie trasforma un evento da stadio in una performance da sala prove, solo per pochi intimi. "Wishlist" è la seconda. Troppo facile giocare con pezzi di questo calibro, derivati tutti dalla mia giovinezza con camice in flanella e "Nevermind" sul piatto del mio giradischi. Inutile che vi dica che ogni pezzo aveva una magia propria. Eddie cambia strumento, parla con il pubblico con un'ironia che strappa più di un sorriso, sorseggia un cocktail e un vino tra una song e l'altra, in quello che è "il più grande concerto solista che abbia mai fatto", nella sua amata Italia. Ci sono pezzi che adoro: "Immortality", "MFC", per me inattesa, "Black" (qui si è rischiato l'infarto! nda), "I am mine" (lo ammetto, sono venuto qui soltanto per sentire questa.) e tutti i pezzi da "Into the wild", bellissima colonna sonora, per non dimenticare l'inossidabile "Porch". Non mancano le cover d'autore, come "Imagine" (fantastica!), "Confortably numb", l'unica suonata con l'organo, "Last kiss" o "Society". Eddie ad un certo punto entra nel pit e canta in mezzo alla sua folla, sorretto da un pubblico che non ne ha mai abbastanza.

La parte finale dello show ci regala un bellissimo duetto Vedder-Hansard, culminato con una "Rockin' in a free world" granitica e la conclusiva "Hard sun". Due ore di concerto, persone che piangono dalla commozione, fan che bevono il vino dal boccione del caro Eddie. Troppo facile emozionare con un repertorio come quello dei Pearl Jam, vero, ma la performance di Eddie è stata sopra le righe, prova di un autentico frontman che ha saputo tenere in pugno una grande folla senza un minimo di indecisione o debolezza. Il mio scetticismo iniziale è stato infranto davanti ad un uomo che ha saputo dimostrarci come il vero rock non sia quello da classifica, ma quello suonato con una sola chitarra acustica e una voce roca e invitante.
Grande show. Peccato per l'assenza dei Cranberries, che forse avrebbe reso la giornata ancora più spettacolare. Ad ogni modo la sensazione di un'intera marea di persone è stata sicuramente quella di aver assistito ad un concerto unico, difficile da dimenticare. Si rientra a casa, ignari di tutti i chilometri da fare, fatti per quella che non può che essere una giusta causa.


Setlist Eddie Vedder

Elderly Woman Behind the Counter in a Small Town
Wishlist
Immortality
Trouble (cover di Cat Stevens)
Brain damage (cover dei Pink Floyd)
Sometimes
I am mine
Can't keep
Sleeping by myself

Far Behind
Setting forth
Guaranteed
Rise
The needle and the damage done (cover di Neil Young)
Unthought known
Black
Lukin
Porch
Comfortably numb (cover dei Pink Floyd)
Imagine (cover di John Lennon)
Better man
Last kiss (cover di Wayne Cochran)
Untitled
MFC
Falling slowly (cover degli Swell Season)
Song of good hope (cover di Glen Hansard)
Society (cover di Jerry Hannan)
Smile
Rockin' in the free world (cover di Neil Young)
Hard Sun


Setlist Glen Hansard

When Your Mind's Made Up
Revelate
Winning Streak
Say It to Me Now
Astral Weeks / Smile
Bird of Sorrow
Lowly Deserter
Way Back in the Way Back When
Her Mercy


Nessun commento:

Posta un commento

Per colpa delle solite zecche che offrono prestiti, mi trovo costretto a visionare ogni commento. Sorry!