2 luglio 2017

Depeche Mode (Bologna, Stadio Dall'Ara 29.06.2017)


Dopo tutti questi anni in cui li ho messi in coda a una fila di concerti, oggi è venuto il momento di mettere un altro mattone nel (mio) muro. Come tutti ormai sanno, sono un appassionato di musica rock, dall'hard rock classico all'heavy metal, dal black a diversi altri sottogeneri, non disdegnando tutte le varianti più interessanti e sordide. I Depeche Mode sono un capitolo a parte: non mi posso annoverare come uno dei loro più grandi fan, ma li ho sempre apprezzati! La band elettropop di David Gahan mi ha sempre strizzato l'occhiolino, ma io come una di quelle grandi gnocche attirate da altri lidi ed opportunità l'ho sempre ignorata, confusa e distratta da ben altre sirene...
Un concerto dei Depeche, almeno uno, non mi poteva mancare. Che razza di volgare prostituta sarei stata, se almeno una volta non mi fossi piegata (in maniera figurata. nda) ai piaceri di una band che ha fatto la storia del loro genere, influenzando tante generazioni e band future? Proprio per questo motivo ho deciso di interrompere il mio digiuno nei loro confronti, acquistando da Bruxelles, esattamente un anno prima, i biglietti, ovviamente del pit, del concerto dell'estate dopo, anno 2017.
L'attesa è finita! Dopo i Queensryche del giorno prima, in un locale di periferia, si cambia location decisamente più grande: lo stadio Dall'Ara di Bologna. A primo occhio sembra non esserci la folla delle grandi occasioni; quella di Bologna e la terza data italiana del tour, dopo le più ricercate Roma e Milano. Meglio così, anche perchè nel golden circle si sta decisamente più comodi. Non c'è il caldo assassino di una settimana fa, tranne forse per quelle persone presenti nella tribuna scoperta, sotto il sole fino al suo interminabile tramonto.
Alle 20 il gruppo di supporto, gli Algiers, si fanno vivi per scuotere un po' la folla. Ignoro del tutto da dove provengano e chi siano, ma la mia birra è decisamente più invitante della loro proposta. Cominciamo male: i Depeche Mode saranno davvero quella macchina da concerto che tutti osannano? Dave Gahan sarà all'altezza di altri frontman che ho avuto la fortuna di vedere in passato? Difficile, credo. Non resta che aspettare fino alle 21...
Puntuali come una cartella esattoriale di Equitalia, alle 21 in punto inizia il loro intro. Un maxischermo colorato alle loro spalle, Gahan e soci arrivano sul palco. Gahan appare proprio sotto il maxischermo, dietro la band. Le note di "Going Backwards", tratta dal loro ultimo lavoro, riempiono lo stadio. Diciamolo: se i DM arrivano in sordina, sotto il sole ancora caldo della sera, non ti aspetti che quello che stai per vedere sia un grande concerto. Sbagliato! Perchè il sottoscritto non aveva calcolato la variante Dave Gahan! Il frontman dei Depeche, un frontman di quelli con la "F" maiuscola, prende possesso dello stadio Dall'Ara e trasforma lo show in un evento.
Movimenti sinuosi come quelli di un serpente, passi di danza... ma di quale danza? Gahan, con il suo inseparabile gilet, pantaloni attillati e stivali da cowboy, è magnetico, ipnotico, istintivo. Tutta l'attenzione del pubblico si riversa su di lui e sui suoi movimenti di bacino. Ok, il leader della band mi sta ammaliando, lo ammetto! Sono pochi i frontman che riescono a catalizzare tutta l'attenzione su di sè, ma a David questo sembra gli riesca del tutto naturale. Il concerto va avanti sempre in crescendo! Le note dei Depeche si fondono con i filmati dietro di loro. Incantevole il filmato di accompagnamento su "In your room", dove una coppia di ballerini danza con passione. Martin Gore diventa protagonista quando canta in solo "Judas" in acustico e "Home", con un coro infinito che conquista perfino la band inglese. E Dave? Lui sa riprendersi la folla quando lo desidera. Si tocca il pacco, cammina sulla passerella avanti e indietro, saluta e ringrazia il suo pubblico, sempre a ritmo di quella strana danza che solo lui conosce. "Where is the revolution" appare prepotente, unione con i nuovi Depeche, ma è con "Wrong" che gli animi iniziano a riscaldarsi oltre. Ci aspetta un quartetto da infarto: "Everything counts", "Stripped", "Enjoy the silence", cantata da tutto lo stadio, e "Never let me down again". Il sapore degli anni '80 si fa sentire...
Non è finita, perchè i Depeche regalano altre gemme. "Strangelove", cantata da Martin, appare in setlist. La cover di "Heroes" di Bowie, un po' in salsa Joy Division, rende omaggio ad un mito, con la sua bandiera nera a tutto schermo che si impone sulla folla. Il lungo encore non può che chiudersi con lei, "Personal Jesus", uno dei brani più coverizzati dell'universo (forse seconda solo ad "Imagine" o "Come together"). Delirio più totale!
I Depeche salutano. Per un attimo sembra che niente sia finito. Qualche secondo scorre su un palco in penombra, ma il miracolo non accade. Finalmente son riuscito a mettere anche i DM all'interno della mia lunga lista. Esco soddisfatto dallo stadio, forse pensando alla prima e credo ultima volta in cui ho l'opportunità di vedere questa incredibile band. C'è ancora qualcosa da vedere. Poi, chissà...

Gallery

 
 


Setlist

Going Backwards
So Much Love
Barrel of a Gun (with Grandmaster Flash - 'The Message' snippet)
A Pain That I'm Used To ('Jacques Lu Cont's remix' version)
Corrupt
In Your Room
World in My Eyes
Cover Me
Judas (Acoustic - Tour Debout)
Home
Poison Heart
Where's the Revolution
Wrong
Everything Counts
Stripped
Enjoy the Silence
Never Let Me Down Again


Encore:

Strangelove (Acoustic, sung by Martin)
Walking in My Shoes
"Heroes" (David Bowie cover)
I Feel You
Personal Jesus

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