5 agosto 2017

Colony Open Air 2017 - Day 1 (Brescia, Palabrescia 22.07.2017)

Piccolo, grande festival, il Colony Open Air è sempre un sinonimo di garanzia. Vuoi perchè il piccolo circolo Colony di Brescia, in questi anni, ha portato più eventi di un qualunque locale del nord Italia; vuoi perchè le band in cartellone sono davvero di pregevole fattura. Nomi grossi, importanti, forse anche troppo per un festival nostrano! Per tutte queste ragioni e per molte altre, li si perdonano tutte quelle note disorganizzate che anche un festival di questo genere porta dietro di sè...
Già, perchè la gestazione del festival in sè, sappiatelo, non è stata piuttosto facile. Ad esempio: i due palchi gemelli prima in cantiere sono stati ridotti ad uno nelle ultime ore, come lo spostamento del festival in una struttura al chiuso piuttosto che all'aperto (scelta alla fine azzeccata, visto il gran caldo esterno, al contrario di un locale perfettamente climatizzato. nda), rendendo il tutto poco "open". L'annullamento di uno degli headliner, dicasi Morbid Angel, sostituiti in extremis dai grandissimi Carcass. Le setlist ridotte vista la mancanza del secondo palco, anche se gli organizzatori hanno fatto di tutto per minimizzare i tempi di cambio stage e soundcheck. Tutto questo ha influito non poco sulla qualità generale del COA 2017, ma allo stesso tempo è stato "sopportato" in funzione dei grandi show che abbiamo avuto la fortuna di vedere, dal mio canto riferito a quelli della sola giornata di apertura. Andrò a descrivere piuttosto brevemente questa giornata, non soffermandomi troppo sulle performance di ciascun artista.

Il Palabrescia si presta bene a questo piccolo festival... e anche l'organizzazione esterna tutto sommato non è stata poi male. Rigorosi i controlli agli ingressi, come giustamente presi in atto dalle nuove norme contro il terrorismo organizzato (roba da "Ministry", insomma.). Il mio arrivo è coinciso con l'inizio del set degli In.Si.Dia., band bresciana che attendo di vedere da una vita! Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando ascoltavo il mitico "Istinto e rabbia". Gli In.Si.Dia. sono tutto quello che il metal deve essere, in Italia e oltre. Il loro gradito ritorno ha reso felici tantissimi fan del combo italiano, sperando in una più continua programmazione dopo tutti questi anni di silenzio. Riguardo al set, ovviamente corto, i nostri ci hanno deliziato con vecchi e nuovi pezzi. Manca "Il tempo", sacrificata per pezzi con più mordente. A chiudere la performance del gruppo, una "Tutti pazzi" dei Negazione dedicata al povero Mathieu, bassista della band di culto italiana. Dal mio punto di vista è stato come un obiettivo finalmente raggiunto, sperando che non rimanga la sola, unica volta.
Seguo il concerto degli Hell più con curiosità che con trasporto. Il gruppo non mi ha mai entusiasmato, però devo ringraziare festival di questo genere se ho l'opportunità di vedere gruppi a cui non darei i miei soldi per un loro concerto da headliner. Molto teatrali, ok! La loro performance è buona, ma niente da fare; non sono riusciti ad annoverarmi tra i loro fan!
Gli Asphyx invece sono stati piuttosto interessanti. Si, è un gruppo che ho da tempo abbandonato, questo è vero. Sono ormai lontani i tempi in cui ascoltavo molto death e grind. Il gruppo ha dietro una storia di tutto rispetto e come ho potuto vedere un nutrito seguito di fans. Il frontman, poi, è piuttosto spiritoso, in quanto si è presentato come "Adriano Celentano". Tanto di cappello, dunque, per una band che non avrebbe sfigurato nella seconda giornata del festival, piuttosto che nella prima. Riconosco qualche vecchia canzone che ascoltavo in tempi assai remoti, ma nulla di più. Bravi comunque, Asphyx!
Siamo arrivati finalmente ad uno dei gruppi da me più attesi. i Loudness! Giapponesi, figli di quell'hard rock che andava molto di moda negli anni '80, guidati da un guitar hero di tutto rispetto, i Loudness sono stati a mio parere la vera sorpresa del festival. Hard rock sanguigno, assoli in stile tipico Van Halen, Akira Takasaki, che ancora sembra un ragazzino, sale in cattedra e ci mette anima e cuore. I Loudness sembrano quelli che ci credono più di tutti! Non li ho mai presi sul serio, ma ho sempre apprezzato i loro lavori più classici e la loro voglia di dire la loro in un mercato a quel tempo dominato da band inglesi e americane. Un'ora di musica rock del Sol Levante ci tira su, anche grazie a pezzi come "Heavy Chains" e "Crazy Doctor". Tanta nostalgia, ma dopotutto gruppi simili danno ancora da mangiare polvere alle band di oggi. Bravissimi! Mi auguro di rivederli ancora.
Soundcheck lunghissimo per uno dei gruppi più attesi della serata. I Death Angel, gruppo storico del thrash americano, suonano solo mezz'ora! Colpa loro, più che dell'organizzazione. Se da una parte fanno solo cinque canzoni, dall'altra il loro show è sempre valido. Ho avuto la fortuna di vederli una sola volta in passato e speravo in un set certamente più lungo, ma se qualcosa oggi è andato storto, quello è stato di sicuro il loro set. Peccato, anche perchè l'unica che riesce appena a scaldarmi è "Father of lies", tratto dal loro ultimo lavoro.
I Demolition Hammer sono una piccola sorpresa all'interno del festival. Gruppo di culto, la loro forza riempie tutto il piccolo palazzetto. Li seguo un po' distrattamente, ma quello che posso dire è che mi hanno fatto una buona impressione. Ho scoperto che diverse persone sono venute qui per loro, anche perchè, visto il ricco bill del festival, il COA è stata una grande occasione per vedere alcune band che difficilmente si riesce a collocare in uno spazio ben preciso nella nostra inutile penisola.
Da manuale, invece, sono stati i canadesi Exciter! Per un gruppo con la loro storia è anzi riduttivo un piccolo spazio datogli oggi al COA... La loro performance è ottima, portata avanti dal batterista/cantante Dan Beehler. Il gruppo di "Heavy metal maniac" ci mette tutto quello che può, portando alla memoria dei loro fans tanto metal anni '80.

Ok, veniamo a uno dei miei gruppi preferiti: i Sacred Reich! Seconda volta in Italia, dopo la prima dell'anno scorso al Fosch Fest di Bagnatica. Si inizia senza basso, primo intoppo, con una "Ignorance" portata avanti dal corpulento Phil Rind alla sola voce. Qualche problema di suoni, qualche perplessità all'interno della band stessa che ammette le proprie difficoltà a proporre un materiale non suonato da anni. I SR partono lenti, sembrano l'ombra di se stessi di qualche anno fa. Ad addolcire la pillola rimane una setlist buona con vecchi successi; troppo poco per un gruppo che ha ben altro nelle sue corde. L'atmosfera si scalda solo negli ultimi quattro pezzi, quando arrivano i classici come "Independent" (magnifica!), la cover "War pigs", "The American Way" e la solita closer "Surf Nicaragua". Davanti a queste bombe, il pubblico finalmente esplode e gli stessi SR sembrano sicuri di se stessi. Manca "Death squad", ma non mi posso lamentare visto l'inizio molto asettico del loro show. Li adoro, punto!
Per i Wintersun non ho grandi aspettative. Già sentire il loro muro di tastiere mi fa venire i giramenti di testa... I WS sono l'unico gruppo ad avere un minimo di scenografia, ma per tutto il resto non li seguo proprio. Bei suoni e fondamentalmente anche una buona prova, ma non chiedetemi di andare ad un loro concerto perchè non ci starei. Dovrebbero aver fatto "solo" quattro canzoni...
Arrivano gli headliner, i grandissimi Kreator. La setlist è quella che ho visto a febbraio di quest'anno, forse con qualche pezzo in meno. Assenza di scenografia, tranne che per il solito telone sul fondo, Mille Petrozza e soci partono forti, anche se il concerto precedente è stata tutta un'altra cosa. Adoro questi tedeschi, ma oggi sono un gradino più sotto rispetto al solito. Bellissime le loro canzoni, che non sto qui ad elencarvi visto che si tratta di una fotocopia di quello di inizio anno. La fine del festival viene sancita da loro, ma è tutto il complesso che ha funzionato abbastanza bene.
Il Circolo Colony ha fatto un buon lavoro, regalandoci una grandissima giornata di metal pur con tutta una serie di problemi da affrontare in tempi brevi. Forse non tutto è stato ok, ma lo sforzo per organizzare un evento simile è stato notevole. Vi invito a cercare interviste e articoli vari che girano su internet per rendervi conto di tutte le vicissitudini che hanno dovuto affrontare per mettere in piedi tutta la baracca! Dal mio punto di vista, solo un grazie agli organizzatori della manifestazione, sperando in un bis l'anno prossimo.

Gallery

In.Si.Dia.

 
 

Hell


Asphyx


Loudness


 Death Angel


Demolition Hammer


Exciter


Sacred Reich


Wintersun

 

Kreator




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