6 agosto 2017

Max & Iggor Cavalera (Bologna, Zona Roveri 31.07.2017)


Dopo aver perso la data di novembre al Live di Trezzo, ho la fortuna sfacciata di beccarmi il "Return to Roots" proprio a Bologna; show dove i fratelli Cavalera, accompagnati dai loro fidi gregari, hanno riproposto in sede live il mitico album "Roots", uscito vent'anni fa (mi sembra ieri....) e caposaldo della discografia dei Sepultura, quelli veri. Ho sempre adorato "Roots", definendolo l'apice della crescita musicale del gruppo brasiliano, passando da "Beneath the remains" fino al suddetto album. Non per niente l'uscita di tale capolavoro è coincisa con il punto di massimo livello raggiunto nella carriera dei Sepultura, fino allo split con Max Cavalera e al loro inevitabile declino. Uno show di questo calibro non può dunque essere ignorato dai vecchi fans della band. Se da una parte la presenza di Max in sede live, come pure la sua voce, è alquanto crollata, da una parte la sua sete di musica non si è mai spenta, spingendolo a suonare, insieme alla sua famiglia e a una serie di numerosi progetti, intorno al globo terrestre. Se questa data ha posto un tassello per recuperare il sold out di Trezzo di alcuni mesi fa, risulta invece incomprensibile la decisione di inserire un'altra data, sempre al Live Club, il prossimo dicembre. Misteri del marketing...

La Zona Roveri, oggi, è un vero e proprio forno! Assenza totale di aria condizionata, tanto da far boccheggiare tutti i presenti, non numerosi a dire il vero. L'apertura dello show va agli italiani Rising Dark, autori di un buon thrash troppo di stampo Metallica. I nostri comunque ci mettono tutto l'impegno possibile, anche se il calice di sangue in pieno stile Marduk potevano certo risparmiarselo. Il loro show è breve, la folla attende "Roots". I fratelli Cavalera salgono sul palco proprio con la storica opener dell'album. Certo non si può dire che i suoni siano perfetti, ma la loro presenza basta a scaldare gli animi, già piuttosto bollenti visto la temperatura interna del locale. Bellissima "Attitude" o "Ratamahatta", ma ad un album che funziona troppo non si può chiedere altro. Iggor, dietro un minimale set di batteria, pesta duro. Max è comunque il solito mattatore dello show, anche se un po' imbolsito dall'età e dagli eccessi di una giovinezza sempre sul filo del rasoio. Non smette mai di incitare la folla, chiedendo e urlando un circle pit non so quante volte. "Roots" intanto scorre veloce, con "Cut-throat", "Breed apart" e "Itsari", suonata dal solo Iggor su una base tribale. Tutto troppo nostalgico per non piacere. Si arriva ai bis, dove i soli Cavalera includono un medley costituito da "Beneath the remains/Desperate cry/ Orgasmatron". Avrei preferito qualcosa di più, come una "Inner self" o anche "Territory" o, perchè no, "Refuse/resist". Ma arriva la solita "War pigs" per far cantare la folla... e una "Ace of spades" per ricordare un grande che non c'è più.
L'effetto revival è pienamente riuscito... e non poteva essere altrimenti. Senza essere perfetti, i fratelli Cavalera ci hanno ricordato chi erano i Sepultura. Ma, di certo, è qualcosa che non si può dimenticare.


Setlist:

Roots Bloody Roots (Sepultura cover)
Attitude (Sepultura cover)
Cut-Throat (Sepultura cover)
Ratamahatta (Sepultura cover)
Breed Apart (Sepultura cover)
Straighthate (Sepultura cover)
Spit (Sepultura cover)
Lookaway (Sepultura cover)
Dusted (Sepultura cover)
Born Stubborn (Sepultura cover)
Itsári (Sepultura cover)
Ambush (Sepultura cover) (With Drum Jam)
Endangered Species (Sepultura cover)
Dictatorshit (Sepultura cover)

Encore:
Beneath the Remains / Desperate Cry / Orgasmatron
War Pigs (Black Sabbath cover)
Ace of Spades (Motörhead cover)
Roots Bloody Roots (Sepultura cover) (reprise)

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