23 marzo 2018

Lord Vicar (Bologna, Mikasa 22.03.2018)

Doom metal finlandese. Come si fa a non amarlo? Ok, diciamo la verità: non conoscevo minimamente i Lord Vicar e ho dovuto ascoltarli piuttosto velocemente una volta che un amico mi ha dato l'imbeccata di questo concerto nella vicina Bologna. Mi sono piaciuti subito, anche se il doom o lo si ama o lo si odia, un po' come lo stoner. I Lord Vicar sono nati grazie alla volontà di Kimi Karki, alias Peter Vicar, già autore nei defunti Reverend Bizarre di cui avevo lontana memoria, ed il cantante Lord Christus, che gli aficionado del genere ricorderanno per un breve periodo nel gruppo culto Saint Vitus. I due non si discostano dunque dalle vecchie linee intraprese con i loro gruppi precedenti, maturando un sound ormai pesante, cupo ma allo stesso tempo fortemente melodico. Mi piacciono, questo penso che lo si fosse già capito!
Il Mikasa, club ARCI vicino al suo gemello più conosciuto Freakout, è piuttosto piccolo, anche se forse è più grande dello stesso locale menzionato prima. Da un lato ci sono mucchi di vecchi televisori a tubo catodico ammassati su due pareti, tanto da costituire un muro piuttosto suggestivo. Il palco è piccolo, leggermente rialzato, con un mini mixer a lato, proprio a fianco della "prima fila" di spettatori. Meno male che la band odierna presenta una musica piuttosto "riflessiva"; immaginate che fine farebbe quella piccola postazione davanti ad un pubblico di thrashers o hardcore punk... Il bancone del bar è più largo dello stesso stage. A proposito, l'organizzazione è la medesima del Freakout, anche perchè solo loro hanno il coraggio di portare in città band di questo genere piuttosto di nicchia e (mi auguro) non rimetterci. Grazie Freakout per esistere! Oltretutto il biglietto è di soli 5 euro, forse il più economico che abbia mai sborsato, concerti gratuiti di festival esclusi. Ad ogni modo è, come sempre, la musica a farla da padrone, dunque lasciamo perdere le scelte della location e riteniamoci fortunati ad avere concerti di questo genere.
Ad aprire la serata sono i nostrani Tenebrae che purtroppo non conosco. Buon doom metal e buona interpretazione della bionda e longilinea cantante, che dalle movenze mi ricorda un po' il grande Robert Plant (qui in chiave doom! nda). L'affluenza di pubblico è scarsissima: saremo forse in trenta - quaranta. Ma meglio pochi ma buoni, non è forse vero?
I Lord Vicar salgono sul piccolo palco del Mikasa dopo la band di supporto. L'atmosfera sembra quasi quella che si può respirare in una sala prove, tanto l'evento risulta contenuto. Non importa, anche perchè la band sa il fatto suo! Christos, magro e a piedi scalzi (ma tiene le calze! nda), esegue un buon set, poche parole e qualche lattina di birra Moretti. Kimi, sulla nostra destra, imbastisce riff cupi e suggestivi. Se avete qualche dubbio sulla loro validità, andate a sentire il loro ultimo cd "Gates of Flesh" del 2016, ve lo consiglio caldamente. I pezzi? Davvero buoni, da "Leper. leper" alla mia favorita "The green man". Sono pochi, ma la qualità vince. Un'oretta e siamo già al capolinea. Curioso come Lord Christos tenga sotto di se un quaderno con tutti i testi scritti con un pesante pennarello nero. Paura di scordarsi i pezzi? Chissà.
La nuova location ha dato vita dunque ad un concerto inedito, con poche persone ma con una band che sa il fatto suo. Dai 30 Seconds ai Lord Vicar qualche differenza, in bene e in male, c'è stata...


Gallery

 
 


Setlist

Breaking the circle
Down the nails
The Last of the templars
Leper, leper
The Green man
The Fear of being crushed
Birth of wine
The Funeral pyre
Between the blue temple and the north tower

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