9 maggio 2018

Godflesh (Bologna, Freakout Club 05.05.2018)

Godflesh! Ma quanto è figo questo nome? Vediamo: che genere potrebbe fare un gruppo che presenta un nome simile? Industrial metal? Si, direi proprio che non può essere un altro genere. Ho già perso una volta un concerto dei Godflesh, anche perchè avrei dovuto fare un'onerosa trasferta dalla Sardegna. Dunque questa volta avrei fatto di tutto per essere presente all'appello, soprattutto perchè una data a Bologna rappresenta per me una vera e propria cuccagna.
Ma veniamo alla band: chi sono questi Godflesh? Ok, diciamo Napalm Death? Justin Broadrick? Tra i padri dell'Industrial Metal? Bene, abbiamo già finito, utilizzando poche e semplici parole. I Godflesh hanno fatto la storia di un genere. Sono stati tra i primi a sperimentare nuove sonorità, soprattutto con album quali "Streetcleaner" e "Pure", ma anche "Selfless" sparava forte! Il combo inglese non ha ottenuto il successo di compagini come Nine Inch Nails e Ministry, questo è vero, ma ci hanno dato dei grandi lavori validi ancor oggi. In questi anni li avevo lasciati un po' stare: non li ho seguiti come facevo durante i loro primi anni di attività. Mi trovo dunque indietro con l'ascolto dei nuovi lavori, che ho dovuto recuperare in extremis per poter essere abbastanza preparato in funzione del concerto al Freakout di Bologna. A proposito: è vero che il locale in questione è piuttosto piccolo, ma la gig ha registrato il sold out, forse un po' inaspettatamente da parte del sottoscritto. I Godflesh sono un gruppo di nicchia; andavano forte nei loro primi anni di età, ma sono passati attraverso scioglimenti e progetti solisti che ne hanno congelato la loro carriera in un limbo. E' una fortuna per me avere oggi la possibilità di vedere all'opera un gruppo che ha segnato la mia infanzia, come del resto lo sono stati gli Young Gods che ho visto una settimana fa.
Ad aprire lo show, i Syk. Non lo so, sinceramente non ho capito molto sul sound di questa band. la cantante ha una voce che mi piace e movenze sinuose che un po' mi affascinano, ma le loro song esigono certamente più attenzione di quella che io sono disposto a darle in questo momento. Il mio pensiero è tutto sulla band principale, dunque la sindrome da headliner non mi permette di apprezzarli particolarmente. Rimandati ad altro ascolto, mettiamola così!
I Godflesh, invece, sono persone normali, come quelle che incontri tutti i giorni al supermercato. Mi faccio una foto con Justin e Ben prima dello show. Sono sempre loro che si sistemano la strumentazione per se stessi: un pc su cui ci sono le basi, una chitarra distorta e un basso, diversi pedali davanti a loro e sono pronti ad iniziare, senza nemmeno un minimo di presentazione. I Godflesh sembrano timidi, non parlano mai con il pubblico e fanno soltanto qualche inchino per ringraziare dopo ogni canzone. Il loro show è sterile e freddo, come la loro musica che sembra uscita da un film di fantascienza anni '70. Mi sono piaciuti, a dire il vero, ma non vi aspettate da loro un classico show dove il frontman fa di tutto per attirare l'attenzione del suo pubblico. Testa bassa, Justin che urla nel microfono, drum machine ed effetti computerizzati... questi sono in fondo i Godflesh. La setlist prende molto dall'ultimo "Post self"; il resto sono canzoni tratte dagli altri lavori. Non fanno niente da "Pure", peccato, mentre da "Streetcleaner" è presente la sola e conclusiva "Head dirt". Soltanto undici canzoni. Soltanto un'ora scarsa di concerto. Meno male che eseguono "Mantra", "Parasite" e "Spinebender", quelle che ritengo le più coinvolgenti del set...
I Godflesh ci lasciano così come sono entrati: in silenzio! Un cenno del capo, strumenti in terra e lo show è chiuso. Deluso? Nient'affatto! Questo è industrial, gente! Questo è fottuto nichilismo!

Gallery

SYK


Godflesh

 


Setlist

Gift from Heaven
Messiah
Merciless
Mantra
Post Self
Parasite
No Body
Mirror of Finite Light
Be God
Spinebender
Head Dirt

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